Area di studio
Quali sono i confini della Vena del Gesso? Quando possiamo consideraci sulla Vena e quando non lo siamo? In che modo vanno riferiti i dati, come implementare i precedenti riferimenti bibliografici ... Queste ed altre domande mi sono passane per la mente molte volte prima di giungere ad una soluzione (per me) accettabile.
Per quanto possa sembrare semplice, gli affioramenti gessosi sono piuttosto difficili da definire; ovviamente esistono dettagliate carte geologiche, ma sul campo l'utilizzo sarebbe piuttosto arduo. Vi sono piante che crescono su substrato gessoso certo, ma quelle che invece hanno radici su un suolo sopra alla roccia? Quale profondità del suolo è tale da stabilire che non si è più su gesso? Un sasso che emerge dal terreno cosa implica. Insomma vi sono tutta una serie di complicazioni inestricabili per cui è molto meglio intendere la Vena del Gesso come un territorio nel suo complesso, piuttosto che che una semplice formazione geologica. Non si tratta cioè di analizzare solo la flora degli affioramenti rocciosi, ma anche quella dei boschi e degli ambienti circostanti, compresi calanchi, fiumi, coltivi ed aree urbane che spesso riservano sorprese molto interessanti.
Allora forse la soluzione è semplice, esistono aree protette, già delineate e delimitate sulla cartografia, perché darsi pena a delimitare un confine, quando il lavoro è già fatto da altri? Abbiamo un Parco Regionale, abbiamo un'area Natura 2000 SIC e ZPS che insistono nella zona, ovviamente in esse è compresa tutta la Vena del Gesso, tuttavia non coincidono completamente fra loro. Vi sono zone che rientrano nel Parco, ma non nel SIC-ZPS, altre sono ZPS, ma non del Parco o del SIC.
Quindi a non voler far torto a nessuno è meglio scegliere la summa delle 3 aree... Anzi diciamola tutta, anche le zone fuori dai confini hanno una loro importanza, esiste uno scambio genetico continuo; e se noto qualcosa di interessante non molto distante, certamente non faccio finta di non vedere!
Di conseguenza i dati riportati nel presente Atlante saranno riferiti principalmente alla Vena del Gesso, ma non esclusivamente (i dati esterni alle aree di tutela verranno segnalati).
In precedenza molti altri botanici hanno studiato l'area, spesso indicando il nome di alcune località o di monti. Questo metodo fu utilizzato anche da Pietro Zangheri in un'opera che ancora oggi è basilare per lo studio della Botanica della Vena del Gesso: Romagna fitogeografica. Vol. 4: Flora e vegetazione della fascia gessoso-calcarea del basso Appennino romagnolo (1959). Dati poi in buona parte ripresi aggiustati e completati in un'opera successiva (Il Repertorio sistematico e topografico della flora e fauna vivente e fossile della Romagna -1966). Bisognerà necessariamente considerare i dati di Zangheri ed i successivi studi, con precisi riferimenti all'area di studio.
Inoltre a partire dalla fine del secolo scorso ci sono stati diversi progetti di studio biologico riferiti ad un territorio, ovvero atlanti corologici a livelli Regionale. In particolare questi che riporto sotto hanno una grande importanza per la flora della Vena del Gesso. Non si riferiscono a tutta la flora, ma solo alle specie protette ed alle felci
In questi studi viene utilizzato un reticolo con maglie di 6' di latitudine per 10' di longitudine, l' area di base viene poi suddivisa in 4 quadranti. L'area di base corrisponde alla CTR 1:25.000, mentre i quadranti alla CTR 1:10.00.
Il reticolo è fondamentale ancora oggi per 2 motivi:
1) I dati ad esso riferiti sono tuttora validi, e quindi di semplice utilizzo così come sono.
2) In previsione futura è auspicabile un Atlante di tutta la flora della Romagna che ovviamente utilizzerà il medesimo reticolo.
E' quindi logico continuare con questo reticolo, tuttavia non può bastare! Il territorio è relativamente piccolo e con questa bassa risoluzione verrebbe ripartito in soli 6 quadranti. Occorre incrementare le maglie della griglia al fine di ottenere dati significativi, ma non si può neppure esagerare, visto che i mezzi e le risorse sono limitate. Si è optato per una soluzione di compromesso in cui ogni quadrante è stato ulteriormente suddiviso in 2 aree (est, ovest).
Località e toponimi
Gli studi botanici floristici, generalmente considerano la distribuzione delle specie, riferendo le stazioni di ritrovamento ad una precisa area, località o toponimo. Solo recentemente si è diffusa anche la pratica di considerare i dati in un reticolo che renda conto oggettivamente della distribuzione.
Molto lavori (storici e non) ci hanno lasciato varie indicazioni, pertanto occorre risalire ed identificare sulla mappa le località esatte, cosa non sempre agevole. Ad esempio la pubblicazione di Caldesi, avendo oltre 120 anni alle spalle, non è sempre di facile interpretazione. Un paio di anni fa, aiutato dall'amico Tonino Benericetti, grande esperto di località e toponimi della zona, mi sono speso per individuare e georeferenziare tali dati ottenendo una piccola mappa che forse può essere di qualche utilità.
In qualche caso il reticolo cartografico ha una posizione "infelice", ad esempio nei pressi di Borgo Rivola si incontrano 4 quadranti, per cui punti molto prossimi come la Cava di Monte Tondo, la grotta di Re Tiberio, il Monte della Volpe e il toponimo "Lama" (destra Senio poco sopra Borgo Rivola), sono in 4 quadranti diversi, mentre storicamente la zona è sempre stata definita come Rivola o dintorni di Rivola. Nel presente lavoro si cercherà, non sempre con successo, di giungere ad una distinzione tra le località. Per cui i dati Zangheriani relativo a "Rivola" oppure i più recenti dati relativi al Monte Tondo (B20133) sono stati interpretati di caso in caso (in genere considerando i quadranti Q4,Q5,Q10).
Riportiamo di seguito un elenco delle principali località riferite ai quadranti di studio
NB: nelle schede riportando le località di osservazione si farà spesso riferimento ai toponimi sotto indicati. Non necessariamente le stazioni indicate sono esattamente ubicate sul toponimo, si tratta di un'indicazione "generica" come area e dintorni nel complesso. Siccome a Campiuno è presente un castagneto notevole che merita un trattazione a se. Tale toponimo è suddiviso in due quadranti (Q8 "Campiuno" o "Campiuno sopra" - Q3 "Campiuno sotto")
"Q1" 17-35-1 ovest | Gesso, Monte la Pieve (abbr: m.Pieve), Valsellustra, Rio
Filetto* (zona esterna al Parco a N)
(Provincia di Bologna) |
"Q2" 17-35-1 est
|
Fontanelice* (zona esterna al Parco a N), fiume Santerno (Abbr. Santerno sotto Fontanelice), Monte Penzola (abbr:
m.Penzola; comprende tutta l'area del Parco ), Monte Maggiore (abbr: m.Maggiore,
zona esterna a l Parco a S), Rio Sasso, colle Acquasalata (Provincia di Bologna) |
"Q3" 17-35-2 ovest
|
Borgo Tossignano (compreso area Parco in sx Santerno), Tossignano, Casalfiumanense*
(zona esterna Parco in sx Santerno), fiume
Santerno, Balzole, Vigna, Rio Sgarba, Campiuno sotto (castegneto)
(Provincia di Bologna) |
"Q4" 17-35-2 est
|
Monte del Casino (abbr: m.Casino), Sassoletroso, Grotta di Re Tiberio
(abbr: Re Tiberio),
fiume Senio, Rio Gambellaro, Codrignano*
(Provincia di Bologna e di Ravenna) |
"Q5" 17-36-1 ovest
|
Borgo Rivola (abbr: Rivola), Crivellari, Rio Basino (tranne
la testata) (Abbr. Basino basso), Rio Ferrato (media valle), Toranello*
(Provincia di Ravenna) |
"Q6" 17-36-1 est
|
Riolo Terme* (abbr: Riolo, comprende zona esterna al Parco a
in sx Senio), torrente Senio, Rio Ferrato
(parte bassa dentro Parco), Rio Fossatone* (zona esterna Parco tra Riolo e
Villa Vezzano)
(Provincia di Ravenna) |
"Q7" 17-36-2 ovest
|
Villa Vezzano*, Rio Samba*, Pideura*, fiume Senio
(Provincia di Ravenna) |
"Q8" 17-35-4 ovest
|
Campiuno (castagneto), Monte Fortino* (Abbr: m.Fortino), Roncosole,
Prugno*
(Provincia di Bologna e di Ravenna) |
"Q9" 17-35-4 est
|
Casola Valsenio*, Rio delle Mighe, Monte Faggeto (abbr:
m.Faggeto), torrente
Senio (Abbr. Senio sopra Rivola), Lama
(Provincia di Ravenna) |
"Q10" 17-36-3 ovest
|
Monte Mauro (abbr: m.Mauro), Monte della Volpe (abbr:
m.Volpe), Ca' Castellina (abbr: Castellina) compresa la testata del Rio
Ferrato, Monte Albano (abbr: m.Albano),
Zattaglia, torrente Sintria, testata del Rio Basino, Rio Stella
(Provincia di Ravenna) |
"Q11" 17-36-3 est
|
Co' di Sasso, Vedreto, torrente Sintria, Monte Spugi (abbr:
m.Spugi), Ca'
Piantè, Ca Carnè (abbr: Carne'), Rontana, Castelnuovo (compreso Vespignano, Cavinale), Via
Caibane
(Provincia di Ravenna) |
"Q12" 17-36-4 ovest
|
Tanaccia, Marana (Cava, casa e dintorni), Abisso Casella
(Casella), Monticino, Rio Chiè, Brisighella, fiume
Lamone*
(Provincia di Ravenna) |
* fuori Parco